Metti una mattina a casa, solo, perché magari moglie e prole hanno
il loro altrove, e metti che dopo esserti crogiolato nell’amata pigrizia,
quella che in giorni meno fortunati ti viene negata, si insinui cheto un certo languore, che a poco a poco, convinto te, tenta la stessa cosa con la
pigrizia. Voi cosa fareste ? io mi sono lasciato andare e ho caldeggiato per il
languore !...........in ricordo di Lazzaro mi sono alzato e ancora sonnambulo ho annaspato per casa, come un moderno Mister Magoo con la labirintite. Ho aperto il frigorifero, ho roteato le orbite oculari alla maniera di un chihuahua nano, a cogliere ogni spazio visivamente osservabile, e ho ghernito l'incarto che custodiva la fetta di tonno. Nello scaffale delle verdure la zucchina era in bellavista, come dirgli di no ! ho strizzato l'occhio alla melanzana e lei mi ha capito. Che odore il timo fresco ! e che miracolo gli odori, come tutte le cose silenziose hanno richiamo più di qualsiasi rumore. Ne strappo garbatamente qualche fogliolina, non bisogna far vedere coltelli alle piante aromatiche gentili, esse prediligono le mani. Talaltre, le robuste, vogliono il mortaio, ma io sono anche figlio della modernità, delle contaminazioni sociali e di costume, del melting pot, insomma devo dare pur senso a sto frullatore che staziona dentro casa. Solo per le robuste, e mi raccomando solo per quelle, che frullatore sia. Come un arrotino do seguito ai tagli, magari fatelo in silenzio senza sporgervi dal balcone gridando "donne è arrivato l'arrotino !", e per non fare torti alle principali scuole culinarie vado a dadolare il tonno per gli italiani, e ridurre a julienne le zucchine per i francesi, non me ne voglia la comunità europea. Accendo i fuochi, e già quando sento lo swuammmm!!!!! della fiamma, non sapevo altrimenti come descriverla, mi sale una certa euforia. I tempi di cottura sono tutto un programma, scuole di pensiero vogliono le verdure scottate il minimo, "a fargli toccare giust'appunto della padella il fondo unto", le massaie obbiettano e le reclamano intrise d'olio e stracotte. Io che sono figlio di massaia per sanguineità e figlio del cucinato per adozione, le tengo quel tanto a legittimare mia madre al ruolo suo, e le cuocio non troppo, ma neanche troppo poco. Per il tonno siamo tutti d'accordo, se fresco, una passata giusto a colorire. E poi siffatta pasta con mano sciolta e sanza indugio saltate e saltate ancora, come un trapezzista a volteggiar nell'aria. Ora avrei
potuto anche chiamarli "Paccheri alla Oblomov", ma questa è la vittoria del
languore sulla pigrizia e come si sa la storia parla sempre per bocca dei vincitori. Signori, destatevi
e nutritevi.
Ingredienti
- 500
gr. di paccheri
- 400
gr. di tonno fresco
- 250 gr.
di zucchine romanesche
- timo
fresco q.b.
- aglio
1 spicchio
- olio evo q.b.
- sale
q.b.
Mettete sul fornello l’acqua per la pasta.
In una padella scaldate l’olio e fateci colorare la gamba d’aglio. Calate le zucchine tagliate a julienne e saltatele per 3 minuti, non andate
oltre devono rimanere croccanti. Aggiungete la dadolata di tonno fresco
e proseguite la cottura per 1 minuto. Togliete dal fuoco, salate e spolverate con il timo fresco sminuzzato.
Quando l'acqua bolle, salatela e buttate i paccheri,.............nell'acqua mi raccomando ! scolateli un paio di minuti prima della
cottura e conservate una piccola quantità d’acqua. Finiteli mantecandoli in padella col condimento, aggiungendo via via l’acqua conservata
per garantire alla pasta lo scioglimento degli amidi.
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