Nella panificazione vengono
essenzialmente impiegati tre tipi di lievito: il lievito naturale, il
lievito di birra e il lievito secco. Inoltre a seconda della sua
introduzione nell'impasto è possibile definire se il metodo di
panificazione sia diretto o indiretto. Parliamo di metodo diretto quando
il lievito viene addizionato direttamente nell'impasto, mentre è da
considerarsi quale metodo indiretto l'introduzione del lievito in
maniera indiretta, cioè sotto forma di preimpasto.
Lievito Naturale: Il lievito naturale o anche lievito madre, pasta madre o pasta acida insieme alla biga e al poolish
rappresenta la panificazione con il metodo indiretto. Sono preimpasti
che servono a dare spinta lievitante. La biga e il poolish si
differenziano tra loro circa il diverso quantitativo d'acqua rispetto
alla farina, il primo è compatto, mentre il secondo è liquido. Il
lievito madre può essere entrambi le cose; compatto se conservato in
panetto, e liquido se conservato in coltura liquida, con percentuale di
idratazione variabile, è il caso del licoli.
Per il solo lievito madre, in entrambi i modi è comunque presente la
pratica del rinfresco. In questi preimpasti si attiva una fermentazione
acido lattica che assicura un'alta digeribilità ed un'aroma senza
eguali.
Lievito di birra:
L'introduzione del lievito di birra direttamente nell'impasto
rappresenta la panificazione con il metodo diretto. Si ottiene
attraverso lo sviluppo di microscopici funghi presenti nelle melasse, i
"saccharomices cerevisiae" che moltiplicandosi rapidamente attivano la
fermentazione. Per il suo impiego occorre sbriciolarlo in acqua tiepida,
30-35 °C e lasciarlo sciogliere per 10 minuti. Durante lo scioglimento
in acqua si attiva una fermentazione alcolica che permette alla
lievitazione di compiersi più velocemente rispetto a quella con il
lievito naturale.
Lievito secco:
Il lievito secco o liofilizzato si presenta sotto forma di granuli. Di
norma si riattiva mettendolo in acqua tiepida, 30-35 °C per 10
minuti, con l'aggiunta di zuccheri per innescare il processo
di fermentazione. Vi accorgerete che è pronto quando si formerà della
schiuma in superficie. Ci sono anche dei lieviti secchi che si
addizionano direttamente alla farina con l'aggiunta di un cucchiaino di
zucchero, e solo dopo si friziona l'acqua.
Acqua e Sale: Anche
l'acqua e il sale concorrono in maniera determinante al processo di
lievitazione. L'acqua crea condizioni necessarie affinchè si inneschi
l'attività enzimica della fermentazione. Particolare cura va pertanto
riservata al tipo di acqua che si adopera. Acque eccessivamente dure,
cariche di calcare, o clorate, sono poco adatte alla panificazione. Il
sale va disciolto in acqua e non deve mai essere aggiunto insieme al
lievito, ma solo in un secondo tempo, altrimenti rallenterebbe il
processo di lievitazione.
Oltre
a quella biologica, impiegata nella panificazione, esistono altri tipi
di lievitazione: La lievitazione chimica e la lievitazione fisica.
Quella chimica avviene con l'addizione del lievito chimico o baking nel
preparato, mentre quella fisica per introduzione d'aria o vapore
all'interno del composto.
Lievito Chimico:
Il lievito chimico o baking è una miscela di acido citrico con
bicarbonato di sodio già confezionato e pronto all'uso. Non necessita di
tempi di riposo per la fermentazione e agisce durante la cottura.
Lievitazione fisica:
Inglobando aria o vapore all'interno di una massa si compie una
lievitazione fisica. La montata di uova con le fruste del robot da
cucina, di norma i tuorli separati dagli albumi ne è un esempio. E' il
caso del pan di spagna, dei soufflé dolci e salati, delle meringhe e di
tutto ciò che in genere viene montato. Se mettete in atto questa pratica
dovete essere veloci ad introdurre la vostra
preparazione una volta ultimata direttamente in forno preriscaldato,
altrimenti se staziona troppo tempo nella teglia l'aria inglobata dalle
uova fuoriesce, compromettendo la sofficità del prodotto.
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