Sarà stata la passeggiata lungomare ad ostia, o le tracce odorose che qualche sporadico ristorantino, di quelli non stagionali, rimandava, oppure la moderata affluenza, lontana dagli spintoni estivi; fatto è !.........che sono stato preso all'amo dal pesce. Così senza pensarci troppo mi sono recato dal primo dispensatore di animali acquatici di zona e con fare dinoccolato, da avventore provetto, ho acquistato una coda di rospo. La cosa strana è che mentre la compravo pensavo alla coda alla vaccinara. Forse perchè la stagione primaverile è ancora alle porte e io ho un andirivieni archetipico di cibi invernali che di tanto in tanto mi rigurgidano dall'anima. Superato il tabù della tradizione favolistica che vuole il rospo baciato e trasformato in principe azzurro, mi sono limitato ad annusarla e a dare l'okkey al pescivendolo per procedere all'incarto. Soddisfatto e ahimè non rimborsato, ho pagato la coda un'occhio della testa, ho deposto il lingotto in frigorifero. Stamani, euforico e appagato come se l'avessi pescata, l'ho di nuovo annusata e come un giovane robespierre l'ho donata alla causa. Blogghettari, culinari, magnaccia, macchinisti, fuochisti, facchini, collaterali, affini, uomini di
fatica...............................à l'attaque !
Ingredienti
- 500 gr. di rigatoni
- 600 gr. di coda di rospo
- 300 gr. di pachino
- aglio 1 spicchio
- olio q.b.
- sale q.b.
Per la cottura della pasta mettete sul fornello una pentola con l'acqua e attendete il bollore.
Nel frattempo preparate il condimento mandando in padella dell'olio e uno spicchio d'aglio. Rosolato quest'ultimo aggiungete la dadolta di coda di rospo e saltatela per un paio di minuti. Calate i pachino, precedentemente scottati e privati della buccia e lasciateli cuocere il tempo necessario affinchè sfaldino e rilascino il loro sugo, dopodichè salate.
Quando l'acqua ha raggiunto il bollore salatela e calateci la pasta. Scolatela due minuti prima del punto di cottura e ultimatela mantecandola in padella. Irrorate con un filo d'olio a crudo.
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